QUANDO L’ILLUSIONE VA OLTRE IL CONFINE DELLA LICEITÁ POLITICA

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

 

Continua imperterrito il dilagare dello “scempio” dei selfie tra Matteo Salvini e milioni di persone nelle pubbliche piazze: lui che ringrazia, manda baci, gesto del pollice verso l’alto, cambia abbigliamento in continuazione impersonando esteticamente una realtà istituzionale piuttosto che un’altra, stringe le mani a tutti quelli che può, e il popolo lo osanna come salvatore della Patria, ringraziandolo per fare il suo dovere o per le promesse che va facendo a destra e a manca? Nessuna sobrietà comportamentale e men che meno umiltà, ma ostentazione di presenzialismo e narcisismo che va oltre il divismo degno di Oscar, e che tutti i mass media non mancano di evidenziare sui vari social e sulla carta stampata. Personalmente non ho avversione per il Matteo Salvini anagrafico (nemmeno lo conosco), ma per il Salvini istituzionale che non sembra avere alcun idoneo portamento (soprattutto esteriore) per l’elevata carica che gli è stata data e, forte di questo ruolo, proprio perché le suole delle sue scarpe sono ben conosciute dall’asfalto di tutte le piazze d’Italia, l’appellativo di “girovago” o, più poticamente “narrator errante”, credo siano i titoli regali più appropriati. Ecco che l’italiano medio, che è la maggioranza, si trastulla e si autoconvince che finalmente è arrivato Colui che risolverà i loro probelemi (ma non i miei il cui valore interiore è ben diverso, sic!). Ma purtroppo questo protagonismo che incanta le masse non sarà l’ultimo della serie, una sorta di malattia infettiva che non prevede antidoti perché la scalata ai vertici Parlamentari ha assunto ormai un potere generazionale senza fine… Gli effetti mediatici di questi nostri politici, perdon polticanti, sono talmente contaminati da fare quel proselitismo di massa che a nulla porterà di concreto; e intanto, oltre al debito pubblico che non si riesce a ridurre, i problemi che affliggono la maggior parte della popolazione si vanno moltiplicando: povertà, disoccupazione, precariato, sanità alla deriva, sovraffollamento delle carceri (ivi comprese migliaia di detenuti innocenti), Magistratura nell’occhio del ciclone, inefficienze di ogni ordine e grado nell’ambito della territorialità, immigrazione senza requiem (ivi compresi i sepolti nel cimitero dei nostri mari sempre più popolato), rapporti con le Istituzioni europee eternamente conflittuali, ed altro ancora. In merito a questa mia disamina, quale libero pensatore e detentore del diritto di opinione, credo che sarebbe utile confrontare (anche se solo idealmente) il ruolo dei nostri parlamentari, soprattutto quelli ai vertici, con il comportamento dei Saggi che hanno fatto Storia, e più recentemente con i governanti di alcuni Paesi nordeuropei dove regna il buon vivere per effetto di una illuminata cultura da imitare, e dove la civiltà si è evoluta nel rispetto della reciprocità: non un valore aggiunto, ma una componente intrinseca in quei popoli. Ebbene, vorrei concludere invocando razionalità e pragmatismo da esibire su un palcoscenico meno ipocrita, e per tutti vale la saggezza dei latini: «Exigua his tribuenda fides, qui multa loquuntur», ossia bisogna prestare poca fede a quelli che parlano molto. E questi ultimi è bene che sappiano anche che solitamente si diventa famosi quando si è in vita, e ipocritamente apprezzati solo post-mortem.
L’immagine è tratta dal sito lanuovasardegna.it

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