LA SENSIBILITÀ E LA DEDIZIONE NEI VERSI DI PIETRO PESARE

di Ernesto Bodini (giornalista e critico d’arte)

Il mondo dei poeti contemporanei nel nostro Paese è sicuramente affollato e non c’é editore che non abbia tra i suoi titoli pubblicazioni di poesie, sia di autori noti che in erba… Del resto l’animo umano conserva sempre (a parte le eccezioni) un angolo riservato all’espressione di sentimenti, velati o palesi, che intende rendere pubblici o tenere nel cassetto in attesa di occasioni più propizie. Tra questi autori, che considero tra i più genuini, da anni conosco molto da vicino Pietro Pesare (nella foto), un tarantino di nascita ma novarese di adozione, con il quale ho collaborato in molteplici attività di volontariato sia in ambito piemontese che nazionale. Oggi, 74enne, nel concludere la sua lunga esperienza dedita al sociale, in particolare alla cultura e sensibilizzazione per la donazione di organi a scopo terapeutico, ha dato vita al suo ultimo concreto contributo: la realizzazione di una tensostruttura per la Casa Circondariale di Novara dedita alle attività ludico-sportive dei detenuti. Ma a coronamento di ciò il suo animo particolarmente sensibile e poetico ha voluto comprendere anche le fasce più deboli, in questo caso le famiglie e i figli degli stessi detenuti le cui primarie esigenze saranno sostenute con il ricavato della sua ultima “fatica” letteraria intitolata “È proprio vero anche le rondini volano… così come i pensieri tornano e i ricordi affiorano”, presentata nei giorni scorsi nella sede del Castello di Novara, sotto l’egida della Associazione “Amici della Casa Circondariale”, con il patrocinio del Comune, della Fondazione Banca Popolare di Novara e di altri generosi sostenitori che ne hanno permesso la pubblicazione. Si tratta di una coinvolgente raccolta di “orme” poetiche attraverso le quali rievoca il suo passato che, passo passo, ossia le tappe esistenziali come momenti di spensieratezza ed altri di serie difficoltà per la salute, soprattutto quando la vista lo ha abbandonato ma senza lasciare il minimo spazio allo sconforto. Ma questi suoi versi, che si leggono con quella piacevolezza della immedesimazione magari di fronte ad un caminetto e con le pantofole ai piedi, si estendono a quelle più toccanti espressioni in cui prevale la cristianità e virtù come il coraggio, la determinazione e l’amore per la propria famiglia ma anche per i suoi simili bisognosi di conforto… come lui stesso ha ricevuto.

 

 

L’amore per la Natura e per il regno animale completano il “corpus” di questo lavoro, coinvolgendo il lettore non solo per l’aspetto interpretativo ma anche per quello della condivisione, tant’é che val la pena citare alcuni versi: «Quando si ama non vi è solitudine, a volte si è soli in attesa di qualcuno che ti stringe la mano, che ti dia una carezza. In quell’attimo una vampata di calore ti fa sentire grande. Frammenti della tua anima volano verso l’amore che con grande animo t’accarezza, ti grida vieni amore non ti staccare, siamo in due amiamoci, vedrai che la solitudine non ci toccherà». L’autore ha sempre valorizzato i rapporti umani cogliendone emozioni ed azioni con benevolenza e coinvolgimento, cercando lo sguardo di ognuno per un dialogo magari costruttivo per crescere insieme… Ma talvolta il silenzio s’imponeva per sostituirsi alla parola e al contatto; ecco che allora che le sue “odi” lo hanno interpretato in modo interlocutorio: «Cosa è il silenzio se gli occhi parlano, se il viso si esprime, se le mani gesticolano, se ogni muscolo del nostro corpo parla. Esso, è forse la solitudine che ogni essere umano porta con sé? O l’assordante rumore che ci circonda che ci impedisce di sentire, o peggio, la nostra anima che è sorda, ad ogni richiamo, ad ogni suono, ad ogni sensazione d’amore, di desiderio, di vita. O forse il silenzio è come il buio, nero, tenebroso, senza vita, oppure la vita stessa è silenzio, come il feto nel grembo della mamma. O non esiste vita senza silenzio. Eppure nei momenti tristi sento tanta vita nel silenzio, ed ogni silenzio dice molto di più di tante parole. È forse questo il silenzio la vita attaccata alle cose non dette, alla mimica dei movimenti che escono dal cuore e, si irradiano, attraverso i muscoli del viso e parlano, parlano anche nel silenzio». Questi ed altri versi rispecchiando la sua dedizione al sociale, caratterizzano il binomio cultura e solidarietà, uno degli imperativi che lo hanno accompagnato in questo lungo cammino, durante il quale anch’io ho avuto l’onore di avvicinarmi per coadiuvarlo a sostegno di coloro che hanno conosciuto la sofferenza e, gran parte di essi, sono tornati a sorridere… Ed è proprio nel ricordare il proprio passato che questo poeta del “sociale” ancora una volta ha lasciato un’impronta indelebile: essere per gli altri!

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