Non sono soltanto le leggi o la fede religiosa a frenare un popolo alla deriva

di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)

L’eccessiva libertà, pur rimanendo un diritto inviolabile, unitamente al cancro burocrazia, sono le piovre del “sistema Italia” sempre più privo di ideali comuni

Stillicidio, bollettino di guerra, perpetua bufera di ogni malaffare e di reati. Definiamola come vogliamo questa realtà italiana che nella sua quotidianità continua ad impoverirsi di onestà e valori. Le varie organizzazioni criminali, ad esempio, sono diventate piovre con tentacoli sempre più lunghi e ramificati tanto da coinvolgere oltre che politici, anche amministratori, imprenditori, cittadini comuni e persino uomini di legge. La mente umana sta diventando sempre più incontrollabile dal punto di di vista della incontrollabilità, mettendo a rischio quel po’ che rimane di buono e di sano tra persone per bene e beni materiali comuni. Intanto, articoli giornalistici e interventi in talk show si spendono ogni giorno e ognuno dice la sua, ma in realtà sono poche le considerazioni razionali che convergono e nessuna appare propostiva per qualche soluzione finalizzata a ridimensionare quello che io definisco il problema della “fatiscente Italia” (vedesi il perpetuarsi della grave incapacità di condurre il Paese… tanto da dover ricorrere alla fondazione di nuovi partiti e movimenti). È pur vero che tra i tanti milioni di cittadini della Penisola ve ne sono ancora di immacolata rettitudine, ma da questi vorrei escludere quelli appartenenti alla classe politica (salvo le dovute eccezioni), un esercito sempre più animato da sfrenate ambizioni che nulla hanno di… amor patrio e tanto meno votati al bene comune. Ora, verrebbe da chiederci: quale sarà il destino delle attuali e future generazioni? Nessuno ha la cosiddetta sfera di cristallo e non si tratta di indovinare: il destino di un popolo non è un gioco ma sono in gioco la salute, la vita e la dignità delle persone, sempre strette nella morsa della piovra del “sistema Italia” e infettate dalla burocrazia. Anche se ogni Paese non è privo di problemi gestionali ed esistenziali, sarebbe opportuno, a mio modesto avviso, individuare quelli dotati di maggior saggezza e probità dai quali attingere (e mettere in pratica) gli spunti più saggi e congeniali alla nostra “deviata” cultura che, come ben si sa, è troppo politicizzata e poco dedita al bene di tutti. Ma purtroppo i nostri governanti non hanno questa umiltà, soprattutto quelli delle ultime Legislature. Però continuano a scambiarsi ospitalità con gli statisti di altri Paesi, anche d’oltre oceano: tanti viaggi, tante spese, tante strette di mano, continui sorrisi con l’inevitabile messa in posa per essere immortalati in quanto affetti da presenzialismo e narcisismo, e soprattutto tante chiacchere che si risolvono nel nulla, o quasi, tanto che in buona sostanza nel nostro “paniere italico” non vi entra nulla di utile… Ma vorrei fare un altro richiamo, ossia l’era moderna invoca professionisti di alto livello come se solo questi potessero garantire un futuro migliore al Paese, ma non tutti nascono e crescono con il “buzzo” per lo studio e l’ingegno e non per questo sono da considerare di minore importanza: anche gli autodidatta (basterebbe individuarli) non sono privi di notevoli potenzialità. Inoltre, un altro sintomo è dato dalla perdita valoriale dell’Istruzione di questi ultimi due decenni che, tra contestazioni e continui cambi ai vertici ministeriali, l’essere eruditi riguarderà sempre più una fascia minore, peraltro orientata a varcare i nostri confini. E per finire, quanta influenza ha ancora la Chiesa sul nostro modo d’essere cristiano e civile? È un potere, comunemente inteso, sempre più contrastato tanto che i fedeli sembrano essere più o meno gli stessi che popolano piazza San Pietro, e qualche altri sparsi ovunque. Io credo che l’umanità sia sempre stata “turbata” dagli insondabili misteri dell’esistenza e, la conseguente incertezza di un possibile “aldilà”, stravolge il modo di pensare e di vivere di molti lasciando sempre meno spazio ad ogni proposito ed azione di bene verso i propri simili. Di questo passo, possiamo avere eminenti magistrati, sociologi, antropologi ed altri studiosi della mente umana così come del buon costume (volutamente non ho menzionato i politici), ma verosimilmente saremo destinati ad essere stritolati da quelle piovre che, ripeto, sono la eccessiva libertà e la burocrazia. Chiudendo il cerchio di questa breve analisi, io credo che parafrasando il sommo esistenzialista danese Söeren Kierkegaard (1813-1855) nel sostenere che la verità è un segreto che il morente porta con sè, si possa dedurre che il vissuto di ognuno rappresenta il destino della collettività.

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