3 Mar 2020

Non cambiate la legge sul gioco d’azzardo: la proposta di Libera Piemonte

Scritto da: Daniela Bartolini

Continua l'impegno di Libera Piemonte contro la proposta di modifica della legge regionale sulla prevenzione del Gioco d'Azzardo Patologico, dopo il lancio, il mese scorso, della campagna “Regione Piemonte: a che gioco stai giocando?”.

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Una campagna web e non solo per parlare, dati alla mano, dei risultati raggiunti sul contrasto al gioco d’azzardo patologico grazie alla legge 9/2016 approvata dal Consiglio Regionale del 2016. Una buona legge, la definisce Libera Piemonte in una nota diffusa sui propri canali, che verrà discussa nei prossimi mesi in diverse commissioni – tra cui quella alla Legalità – prima di approdare in Aula per il voto.

Ribadendo l’impegno, condiviso con altre realtà che si occupano di dipendenze, di povertà, di sovraindebitamento, affinché le istituzioni intervenissero per regolamentare il gioco d’azzardo legale, a difesa delle fasce più deboli della popolazione, contro la ludopatia e per fronteggiare l’avanzata delle mafie in questo campo, Libera Piemonte manifesta in questa nota con chiarezza la propria posizione:

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“Tra le positive novità introdotte, citiamo il divieto di collocare le slot machine vicino a luoghi sensibili come scuole, banche, centri anziani; la limitazione giornaliera del gioco imponendo almeno tre ore di inattività degli apparecchi; l’introduzione di un Piano Regionale per prevenire ed intervenire sulla diffusione del gioco d’azzardo patologico.

Proprio sul punto del cosiddetto distanziometro (ovvero la distanza minima da rispettare dai luoghi sensibili) si concentra la proposta di modifica. La norma, infatti, prevede l’applicazione di questa caratteristica agli esercizi pubblici e commerciali, ai circoli privati, a tutti i locali pubblici o aperti al pubblico, nonché alle sale da gioco e alle sale scommesse presso cui, alla data del 19 maggio 2016, erano collocati apparecchi per il gioco. La proposta punta a cancellare l’effetto retroattivo di questo articolo di legge. Di fatto, passasse questa modifica, tutti gli apparecchi da giochi spenti per effetto di questo articolo di legge potrebbero essere riaccesi, eliminando parzialmente un pilastro fondante della legge.

Abbiamo deciso di opporci a questa modifica, perché i risultati raggiunti nei soli primi due anni di applicazione sono positivi. Si è ridotto il volume del gioco d’azzardo, come le perdite dei giocatori e non si è avvertito un effetto di sostituzione del gioco a distanza. Inoltre, nonostante alcune critiche mosse, non esistono risultanze investigative che evidenzino l’aumento del gioco illegale per effetto dell’intervento della Regione Piemonte del 2016.

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È emerso invece, da alcune inchieste della magistratura, come le organizzazioni criminali abbiano tentato di intimidire alcuni amministratori locali che hanno messo in atto i dettami della norma o abbiano cercato di aggirare le imposizioni stringenti pur di inserirsi nel remunerativo mercato del gioco d’azzardo.

Per questo ci chiediamo a che gioco stia giocando la Regione Piemonte mettendo in discussione una legge che ha prodotto buoni risultati. La posta in palio è altissima e potrebbe avere come effetto lo sgretolamento di un argine importante al gioco d’azzardo patologico, al sovraindebitamento al riciclaggio delle mafie nel settore.”

Il 20 febbraio si è tenuta una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, come riportato in un articolo di resoconto dell’incontro sul sito del Gruppo Abele Onlus, Leopoldo Grosso e Pasquale Somma per il Gruppo Abele, Maria José Fava per Libera Piemonte, il coordinatore regionale dei servizi sul gioco d’azzardo Paolo Jarre, il presidente di Federconsumatori del Piemonte Giovanni Prezioso e quello della Sia Pierluigi Allosio, Daniele Pini per la FederSerD, Paolo Fausto Barcucci e Andrea Lazzara per l’Ordine degli psicologi del Piemonte, Luciana Malatesta per la Fondazione La Scialuppa e il consigliere della Fondazione San Matteo, Stefano Passaggio. Un confronto sui dati “di fronte ai quali sarebbe di poco senso cambiare la legge. Che, ha concluso Jarre, è di tutela della salute”.

Mentre sulle pagine social di Libera Piemonte continuano a girare post che evidenziano i benefici apportati dalle legge 9/2016, il 13 febbraio sono state coinvolte anche le scuole di tutto il Piemonte, dove sono apparsi dei cartelloni contro la modifica della legge sul Gioco d’Azzardo Patologico.

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«È stato il modo dei giovani di Libera di lanciare un messaggio chiaro e forte: le scuole sono luoghi sensibili e vanno tutelate! – ha commentato Maria Josè Fava, referente di Libera Piemonte – L’adesione di tutti questi giovani alla nostra campagna ci riempie di speranza e ci conferma l’importanza di una legislazione seria contro il gioco d’azzardo. Abbiamo bisogno di leggi che non facciano passi indietro, ma che anzi trovino migliori strategie per limitare la diffusione della patologia, risolvendo in altri modi le questioni relative ai settori economici connessi.

Sono tantissimi anni che portiamo avanti laboratori e percorsi sul tema del gioco d’azzardo, sui rischi collegati alle attività delle organizzazioni criminali in questo ambito e sulle patologie che esso produce. Tuttavia l’educazione non basta, se non è accompagnata da scelte politiche adeguate e autorevoli. Oggi, da tutto il Piemonte, tanti giovani stanno chiedendo alla Regione che gioco stia giocando».

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