L’INTERMINABILE GLORIA DELLE STAR E “L’ELUSIONE” DI REALTÀ PIÙ IMPORTANTI

di Ernesto Bodini

Vita pubblica e privata e riconoscimenti ufficiali materia prima per i mass media. La soddisfazione di appartenere ad uno spirito libero e indipendente

La sete di fama e gloria, si sa, è propria non solo di chi non la conosce e la vorrebbe, ma anche di chi è già noto al grande pubblico, ossia star che sono sempre più insaziabili. E siccome i mass media lo sanno, a loro torna utile continuare a dare largo censo anche per la più banale e comune iniziativa. Proprio in questi giorni i principali quotidiani e TG nazionali hanno pubblicato la “notizia” (si noti il virgolettato) che Valentino Rossi presto sarà padre annunciando la nascita della loro bambina. La notizia era corredata con tanto di foto che lo ritrae accanto alla compagna Sofia Novello, in cui il campione, vestito da medico, ausculta con il fonendoscopio la pancia di lei. Un vero e proprio eccesso, a mio avviso, come se non bastasse il fatto che il campione di motociclismo è da sempre noto (sino alla nausea) anche con l’appellattivo di “Dottore” per via della Laurea ad Honris Causa in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni conferitagli nel 2005 dall’Università di Urbino Carlo Bo. Il far sapere del futuro evento fa seguito al suo ritiro a fine stagione; quindi, doppia notizia doppio effetto di rimbalzo ed incremento della notorietà… come se non bastasse. Ora, che a una star dello sport venga dato largo censo con una notizia del genere (la nascita di un figlio è ovviamente cosa comune e naturale) mi sembra tanto eccessivo quanto inutile, ma evidentemente bisogna soddisfare la morbosa curiosità dei fan, cui seguono pettegolezzi e ulteriori commenti da gossip. Ora che le Olimpiadi di Tokio sono terminate e che l’Italia si è portata a casa una quarantina di medaglie nelle varie discipline non c’è che da esserne fieri, si dice, ma una fierezza che appaga soprattutto i professionisti interessati, e le Istituzioni che li considerano l’orgoglio della Nazione. Personalmente ritengo che ciò suoni come una ipocrisia perché un Paese civile e democratico, quale si ritiene, non ha bisogno di “eroi” e sportivi che si distinguono in un modo o nell’altro (che per loro è un gioco…) oltre al fatto che tra ingaggi e stipendi sono in “antitesi” con la sempre più crescente povertà e le disuguaglianze sociali. Eppure, al Quirinale alcuni di loro sono stati invitati quali graditi ospiti, come se non bastasse la notorietà e l’ulteriore sostegno di sponsor… Intanto la povera Italia è alle prese con una serie di problemi che non riesce a gestire come la pandemia e la continua immigrazione, per non parlare dei quotidiani infortuni sul lavoro, degli altrettanti quasi quotidiani delitti criminosi contro la persona e il patrimonio, della Giustizia che fa acqua da tutte le parti, dei quotidiani dissidi politici, della disoccupazione, dell’economia, delle difficili relazioni internazionali, etc. Ma cosa c’entra tutto questo con l’allegra “brigata” di artisti e sportivi saliti sull’altare dell’orgoglio nazionale? Sono due realtà che non si compendiano e per questo il popolo si compiace facendosi distrarre dai sorrisi e dalle medaglie vinte dai loro beniamini, dimenticando per il momento (e anche dopo) che il Paese ha ben altro cui pensare e risolvere e, le distrazioni offerte da sportivi ed artisti dello spettacolo, non contribuiranno mai a risolvere in alcun modo nessun problema, anzi… Poi, l’attenzione popolare di tanto in tanto viene rivolta alla scomparsa di qualche personaggio noto, dando lustro (giustamente) alla memoria, ma nello stesso tempo tutto il resto continua a restare nel dimenticatoio. E i mass media? Giustamente rispettano quello che si dice essere il cosiddetto diritto-dovere di cronaca (nera, giudiziaria, bianca, rosa) nel dare queste notizie, ma spesso con eccessiva enfasi per questo o quell’argomento, soprattutto mirata a colpire l’immaginario collettivo… quando non anche, sia pur indirettamente, si rende responsabile di emulazioni, pietismo, stupore ed altro ancora. Ma così va il mondo d’oggi le cui innovazioni non tengono in considerazione l’esigenza di un giusto equilibro tra ciò che è più utile far sapere e ciò che è più deleterio… Anche chi scrive fa parte della categoria dell’informazione, con la differenza di appartenere ad uno spirito libero e al dovere di esprimere opinioni senza acredine o particolari pregiudizi, ma con quella obiettività che, a mio avviso, manca a molti. E comunque fiero di invocare  quell’aforsima che recita “Ubi libertas ibi Patria”. Una fortuna questa? Forse, ma sicuramente rispecchia il mio essere anche nell’ambito dell’informazione e delle relazioni sociali.

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