Io sono Emanuele. L’esperienza di un alunno “Unico” all’Istituto Superiore Majorana di Palermo

Istituto Superiore Majorana- Palermo

Una testimonianza davvero “unica” quella che ci ha inviato Emanuele Puglisi che, attraverso il suo prof. di sostegno Francesco Augello, ci ha fatto giungere la sua esperienza dell’anno scolastico appena trascorso all’Istituto Superiore Majorana di Palermo.

Quello che hai scritto Emanuele ci ha arricchito, tutti. Grazie! Ti auguriamo di continuare a percorrere al meglio la tua strada: noi siamo qui, disponibili ad ascoltarti ancora quando avrei desiderio di farlo, perciò dacci il cinque e … Alla prossima!” (F.L.)

È stato un anno scolastico faticoso, quasi sull’orlo di rinunciarvi, fatto di nuovi cambiamenti, ma soprattutto di stravolgimenti; fatto di piccoli passi, alcuni veloci, più rapidi, altri un po’ più lenti, quasi a farmi apparire, in taluni momenti, fermo nel mio apprendimento, nella mia sollecitata autonomia, nel mio cambiamento.

Emanuele

Ho imparato che a scuola, così come in famiglia, ci sono delle regole da osservare, ma che vi si possono trovare dei professori in grado di “stravolgerle” quando è necessario, che sanno andare e vedere oltre e, come dice mamma, essere dei “pilastri” per sostenere forte il cammino di noi studenti più fragili, e rimuovere, così, alcune difficoltà, rispettando quel modello biopsicosociale a cui ogni insegnante dovrebbe tendere; altre volte, invece, proprio come dovrebbe fare ogni buon genitore, ponendoci delle piccole sfide per spronarci ad affrontare la normalità, nel rispetto dei nostri tempi e per partecipare alla nostra crescita quotidiana, a quel positivo “cambio di rotta”.
Mi è stato insegnato, nei fatti, che la scuola, anche per chi ha difficoltà nel credere in essa, nell’osservarla con gli occhi della normalità, nell’accettarla, per chi vive all’ombra di una “H”, può e deve essere il luogo dove operare il cambiamento e che il cambiamento, come sostiene il mio prof. di sostegno, non inizia necessariamente entrando in un’aula, se ciò non può avvenire, da un compito da svolgere, da una breve operazione di lettura, da un piccolo esercizio di matematica o, ancora, da un foglio su cui semplicemente scrivere o disegnare, ma dallo sguardo, dal sorriso, dal far comprendere il valore di una stretta di mano, dall’ironia, dall’empatia, dal sapere trasformare quella “H” di “Handicap” in una “U” di “Unico” e, non per ultimo, da un abbraccio. Ed è proprio l’abbraccio ciò che prima di ogni cosa mi è stato donato e che alla fine dell’anno è stato per me l’insegnamento più grande, perché ho imparato a donarlo ad altri ragazzi, ai miei insegnanti, e con esso, con pienezza, ho saputo trattenere e restituire al tempo stesso le tante parole, le tante lezioni che mi sono state insegnate nei miei momenti di rabbia, di sfiducia, di pianto, di crisi, di “fuga” dagli altri, altre volte da me stesso, dei tanti “non so perché…”, ma anche di risate, di provocate o spontanee emozioni. Un passo alla volta, un compito alla volta, fino ad essere accompagnato, con inconsapevolezza e stupore, dentro quelle parole, tante, che mi hanno fatto sentire in questa scuola, l’Istituto Superiore Majorana di Palermo, incluso e integrato.
Ma tutto ciò non sarebbe mai avvenuto se prima di ogni cosa non avessi acquisito fiducia verso quel “posso farcela”, anticipata da quei tanti “stai andando bene Manu!”, imparando ad accettare e a fidarmi delle parole di incoraggiamento di Grazia Gottuso, la mia assistente all’autonomia, di quelle di Francesco Augello il mio prof. di sostegno che mi ha guidato nella direzione del “resistere”, della “sopportazione”, della “sfida”, perché, come egli sostiene: “aprirsi al cambiamento significa accettare anche di sopportare il cambiamento stesso e, alla fine, solo resistendo possiamo coglierne il vero senso, la vera sfida”; una trasformazione che in tanti, oggi, alla conclusione di questo anno scolastico, riescono a vedere in me più di quanto io stesso non riesca a percepire e cogliere. Lo hanno osservato e affermato anche i collaboratori scolastici del plesso di via Olimpo, come la signora Marianna Di Bella, il signor Paolo Rera, la signora Rosa Mignano e molti altri che, con occhio vigile, hanno colto ogni mio singolo gesto ed anche quel ritrovato sorriso o abbraccio, quel mio essere ogni giorno sempre meno distante da tutti, pur con i miei tempi ed i miei stabili spazi e regole di serenità.
Questa la mia esperienza, nell’E-book foto album semplicemente io, Emanuele, in ogni foto i miei momenti più salienti vissuti in quest’anno scolastico, quasi a voler scandire quei piccoli passi in avanti, giorno dopo giorno, i miei cambiamenti e con esse per dire grazie alla scuola, a tutti coloro che hanno saputo essere ed essermi, ancor prima che professori ed educatori, maestri nell’accompagnarmi dentro quelle esperienze che ho potuto e saputo maturare e sperimentare.

Se avessi potuto, questo sarebbe stato sicuramente ciò che avrei scritto di mio pugno, ma in fiducia ho lasciato al mio prof. di sostegno di decifrare per me il mio vissuto scolastico, le mie emozioni, ciò che ogni giorno attraverso il mio sguardo, le mie parole, i miei repentini cambi di umore insieme ai miei mutevoli aspetti ho saputo comunicare anche nei lunghi momenti di silenzio.

Ancora una volta, semplicemente grazie!

Emanuele Puglisi

https://www.francescoaugello.it/E-Book/iosonoemanuele/
Pubblicazione autorizzata dal genitore dell’alunno previa liberatoria fornita al docente prof. Francesco Augello in data 20 maggio 2022

19 thoughts on “Io sono Emanuele. L’esperienza di un alunno “Unico” all’Istituto Superiore Majorana di Palermo

  1. L’esperienza di un alunno “Unico” seguito con grandissimo Amore e sicura competenza dal Docente di sostegno, oltre che dall’Assistente all’autonomia, costituisce un esempio meraviglioso, straordinario, commovente di autentica “inclusione”.
    Sfogliando l’album che correda lo scritto, non si può non gioire della “felicità” che si legge in modo evidente negli occhi di questo ragazzo man mano che si rende conto dei progressi continui e concreti conseguiti nel corso dell’anno scolastico.
    In un mondo scolastico caratterizzato da criticità di vario tipo, la vicenda bellissima di Emanuele ci rida’ davvero tanta fiducia e tanta speranza!

  2. Certamente un’importante esperienza di cambiamento, e di positività per questo studente a cui auguro il meglio. La famiglia dell’allievo è stata molto fortunata a incontrare un’ equipe e un docente di sostegno, in grado veramente di fare la differenza. Vorrei parlare di disabilità, come ancor più di fragilità. Spesso non si comprende come molti dei nostri ragazzi in età evolutiva non possono rispondere tutti allo stesso modo, la scuola seleziona in base a standard, ma ognuno ha diritto a essere integrato a crescere e maturare con i suoi tempi. Questa è la vera inclusività di cui sia la scuola, come anche, la società, dovrebbero farsi carico.

  3. Complimenti illustre professore, quando leggiamo il suo nome, tra articoli scientifici e quelli che accompagnano, come lei ci ha insegnato, le persone più fragili, dentro un cammino così importante di cambiamenti, ci dà respiro e speranza in una scuola migliore, una scuola che tutti dovremmo ricostruire perché sempre più sfaldata dalla burocrazia e dal nulla.
    Qui al nostro istituto la ricordiamo sempre, soprattutto quando qualcosa nei nostri laboratori di informatica non va come dovrebbe e così ci ricordiamo delle sue belle lezioni.
    Ancora complimenti e complimenti al ragazzo.

  4. Grande professore Augello, leggendo l’articolo a tarda ora devo dire che è un esempio per molti, mentre sfogliando e leggendo l’e-book sembra di ripercorrere quei passi raccontati da Emanuele, da lei. Il volto del suo alunno, sempre accanto a lei dice tutto. Basta vedere il sorriso del ragazzo per capire quanto lavoro ci sarà stato dietro. Sono convinta che si è fatto conoscere anche in quell’istituto e se l’hanno osservata bene, avranno sicuramente notato il suo spessore, il suo sapersi distinguere sempre.

    La sua ex DSGA Rosangela che la legge sempre.

  5. Incontrare colleghi così è sempre un grande onore, sapere semplicemente che esistono mi onora, mi da forza il solo vederli entrare a scuola così determinati e forti, anche dopo i miei anni ed anni di servizio, tutto ciò mi sprona a non mollare ancora nella mia professione, nonostante la stanchezza, anche quando ti accorgi che la scuola non sempre è quel che vorrebbe far apparire di sé. Lo sappiamo tutti purtroppo, anche chi nega, chi ogni giorno si volta dall’altra parte per non affrontare ciò che non va, chi, molto spesso, nutre invidia per il successo altrui o semplicemente perché ha fatto e continua a fare il suo lavoro.

    Un complimenti al collega, onorata di averti conosciuto.

  6. Hai ragione Valeria, mi associo.
    Leggo solo ora l’articolo qui, grazie ai colleghi che me lo hanno suggerito.
    Il collega Augello, sebbene non lo conosca direttamente, ma per ciò che mi è stato riferito, per ciò che ho letto anche altrove è stato ed è certamente persona splendida e da ammirare.

  7. Ho sentito il dovere di condividere ai miei insegnanti, invitandoli a fare allo stesso modo, affinché comprendano quanto si possa e si debba perlomeno tentare di realizzare.

    (Una DS di passaggio)

  8. Leggere articoli del genere ci dà tanta speranza e altre volte, come mamma di una ragazzina disabile, tanta rabbia perché io invece ho dovuto lottare per reclamare diritti fondamentali in favore di mia figlia, come una classe posta al piano terra per consentirle di raggiungere i bagni e un banco che fosse idoneo per lei. Da parte della sua docente di sostegno posso dire invece nessun impegno per aiutarla. Mi hanno costretto a farle cambiare scuola.

  9. È accaduta la stessa cosa per mio figlio.
    Ci sono troppe scuole in cui le cose non vanno proprio. Mio marito ha trascorso un anno a discutere con dei docenti sordi a tutto e l’unica cosa che sapevano dirci era che il ragazzo era problematico.
    Mio figlio in realtà aveva di bisogno di essere capito e seguito in modo diverso dagli altri ragazzi. Alla fine siamo stati costretti a non farlo andare più.

  10. Ho letto e riletto l’articolo, l’ho condiviso perché sono questi i valori che la scuola deve sapere diffondere quando si lavora con alunni svantaggiati, spesso trattati con troppa superficialità.
    Complimenti.

  11. Grazie alla collega Vale per avermi girato l’articolo, non ho avuto modo di conoscere il collega Augello che qui saluto complimentandomi per questo bellissimo lavoro . Ho saputo da altri colleghi che c’era un nuovo collega davvero bravo e che al corso sulla formazione obbligatoria di 25 ore ha aiutato tanti. Ho ricordato il cognome appena ho letto l’articolo.

  12. Carissimo Francesco, carissimo collega degli anni che oramai ci hanno condotti per strade diverse, ti ricordo come collega dalle mille risorse, il collega al quale potevi chiedere di risolvere un imprevisto, sempre disponibile e attento, il collega “Vulcano”, ma anche rapido a bacchettare chi diceva stupidaggini tutte le volte che l’argomento ricadeva sugli alunni più sfortunati della scuola. Adesso capisco anche perché la preside ti volle al suo fianco, segretamente, per monitorare la funzione strumentale e tutti i docenti di sostegno nonostante quell’anno non fossi stato assegnato al sostegno. Cosa che abbiamo saputo solo a fine anno scolastico. Io ero da poco arrivato in un istituto immenso e tu fosti il primo a rivolgermi la parola, avevi compreso il mio di handicap e mi sei stato vicino, ma senza farmi pesare il mio essere visibilmente impacciato, alla mia prima esperienza. Ti ho invidiato, stimandoti da lì a poco, per il tuo saper tenere composte anche le classi più difficili, tutti in perfetto assetto catatonico, rapiti dalle tue lezioni e dal saper tirare dentro una lezione diverse discipline, forse questa è stata una grande lezione pure per me e non è stata l’unica.
    l’E-book è davvero splendido così come il tuo alunno “U”. Si commenta tutto da solo, basta vedere la serenità del tuo alunno e aggiungere un solo rigo di un mio di commento sarebbe comunque sempre riduttivo.

    Sei un Grande.
    (Spero che mi leggerai)

  13. Non conosco la scuola e non conosco il docente, certamente persona valida, ma è bello leggere e osservare, attraverso le foto, come l’amore per il proprio lavoro, come si intuisce dall’articolo, possa produrre dei buoni risultati e un sostegno ammirevole per alunni con bisogni particolari

  14. Un insegnante mi ha partecipato questo articolo. Ho letto e riletto, osservato le tante immagini. Cosa dire! Semplicemente stupendo e da forte stimolo per tutti gli insegnanti di sostegno e non solo.
    Da dirigente scolastico non posso che plaudire a risultati del genere. È chiaro che tali risultati non si ottengono dal nulla, ma sono certamente legati alla professionalità e alla forte competenza di un docente, così come anche di un assistente all’autonomia o alla comunicazione, anticipatori del successo scolastico di un alunno, grazie alle quali figure può superare le proprie difficoltà o viverle in modo più sereno.

    Complimenti!

  15. Inizio di anno scolastico, cercavo documenti su alunni fragili e con handicap. Mi è apparso questo meraviglioso articolo. Mi sono sentita davvero piccola di fronte al tanto amore che traspare dalle parole che il prof. Augello ha riportato per il suo alunno con maestria e con quella delicatezza che solo chi si accosta professionalmente alla diversità sa fare. Un breve articolo che mi ha dirottata, subito dopo averlo letto, ad altre ricerche e a sciogliere dei dubbi.
    Ringrazio il prof. Augello per questa splendida testimonianza e per aver permesso al suo alunno di dare testimonianza ed esempio a molti colleghi e alunni.

  16. Un collega che ricordo con affetto, per il suo sarcasmo e per il suo acume, sempre sul filo di una sana e apparente irriverenza. Mi ha insegnato tanto. Averlo visto lavorare, con tanta passione, con gli alunni “H” e dopo aver letto questo articolo, conferma che per la scuola c’è ancora speranza per i più fragili.

  17. Lasciatemelo dire: vorrei che si compisse una esperienza ogni anno per gli alunni che come il giovane Emanuele invece sono lasciati spesso soli con la loro disabilità. Da mamma di un ragazzo che soffre di crisi schizofreniche purtroppo dovrei raccontare la mia quotidiana lotta con molti docenti che non comprendono questo mondo. E non mi riferisco ai docenti delle discipline, ma proprio a quelli di sostegno, spesso immobili e pronto solo a criticare o a mostrare commiserazione anziché essere realmente un sostegno. L’esperienza che ho letto va naturalmente in altra direzione e i genitori dovrebbero dirsi fortunati di aver incontrato due seri professionisti in grado di gestire e lavorare con un ragazzo sicuramente, come mio figlio, assai complesso.
    Spero nel tempo che esperienze del genere possano diventare la regola e non l’eccezione.

    Complimenti ai docenti e al dirigente.

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