LA SANITÀ ITALIANA TRA DIRITTI, DOVERI ED ACCUSE…

Per quanto le prestazioni siano garantite sovente i cittadini-pazienti in alcuni casi hanno difficoltà ad ottenerle in tempi utili e con razionalità. Il punto di vista di un giornalista osservatore “ad oltranza” e senza remore, nel rispetto di quanti si sacrificano oltre il loro dovere.

di Ernesto Bodini*

La nostra società, soprattutto quella che rientra tra le più avanzate forme di democrazia, include due concetti fondamentali che sono i diritti e i doveri. In tema di salute sono altrettanto determinanti in quanto la stessa riflette una condizione comune a tutti i diritti essenziali, quindi una condizione normale del loro sviluppo. Ma a fronte del Federalismo (originato dalla Riforma del Titolo V della Costituzione) e della crisi politico-economico-finanziaria, oltre alla consolidata considerazione della spending review e al rigoroso rispetto del cosiddetto raggiungimento degli obiettivi che non di rado il politico-gestore è determinato a rispettare, non si deve penalizzare il diritto alla salute della Persona quale diritto fondamentale anche se ciò richiede il rispetto dell’altrettanto dovere di salute, concetto, questo, apparentemente generico che implicherebbe l’obbligo per il singolo di mantenersi nel miglior possibile in condizioni di salute, in relazione all’ambiente e al posto occupato all’interno della società (anche se dal punto di vista giuridico non è propriamente fattibile), da cui i saggi suggerimenti con iniziative volte, ad esempio, alla prevenzione. A riguardo si potrebbero fare molti esempi: alcune patologie si possono curare o prevenirne sia l’insorgenza che l’aggravamento, provvedimenti che portano beneficio tanto al singolo quanto alla collettività. Richiamando l’attenzione sui costi, secondo un studio del GIMBE (Fondazione Evidence for Health) nel 2017 la spesa sanitaria è stata di 113,6 miliardi di euro, e 21,6 miliardi di euro gli sprechi per inefficienze; nel 2025 il fabbisogno sanitario sarà di 220 miliardi di euro, e 20,5 miliardi di euro le risorse che mancherebbero per soddisfarlo. Se questi dati corrispondono alle realtà, sia pur considerando qualche differenza, la situazione non può che destare preoccupazione sia per il rischio di una minore sostenibilità e universalismo del SSN, sia per il numero di potenziali cittadini-pazienti che in parte avrà difficoltà nell’ottenere determinate prestazioni soprattutto in ambito territoriale. Ad aggravare la situazione più recente ha certamente contribuito la pandemia da Covid-19, la cui gestione, a mio avviso, sin dall’inizio in molti casi è stata  irrazionale e disomogenea, gettando nello sconforto molti pazienti e le loro famiglie… Ora, se diamo per scontato che stiamo superando questo angoscioso e penalizzante periodo pandemico, c’è da sperare in una ripresa dell’attività sanitaria ospedaliera e territoriale, auspicando nel contempo il superamento almeno in parte delle patologie e degli stati invalidanti, con altrettanta attenzione per le forme croniche.

Ma quali sono le quotidiane e concrete difficoltà che il cittadino comune incontra nell’ottenere determinate prestazioni medico-sanitarie e assistenziali? Anzitutto quando si verificano casi di incomprensione con il personale amministrativo, difficoltà interpretative di leggi, norme e procedure, come pure l’impossibilità di interloquire telefonicamente con il N.V. dei Sovracup ed altrettanto di prenotare una visita od un esame diagnostico-strumentale sulle piattaforme online della Regione di appartenenza (come quella piemontese), tant’è che l’ulteriore conseguenza è il ricorso a strutture private (convenzionate o meno), o addirittura la rinuncia a farsi curare. Va anche sottolineato che non sempre i codici di priorità (U: urgente, B: breve, D: differita, P: programmabile) sono rispettati a causa delle eterne liste di attesa, e in molti casi determinate prestazioni sono erogabili presso Strutture al di fuori della propria residenza e relativo impedimento; per non parlare poi della difficoltà di ricovero ospedaliero per carenze di personale e posti letto, e dicasi altrettanto in strutture come le Rsa, come anche il fatto che i malati cronici che necessitano di costanti controlli non sempre fruiscono delle relative prestazioni assistenziali… con le dovute attenzioni. E va da sé che la cronica carenza dell’assistenza territoriale comporta accessi impropri alle strutture ospedaliere. Parte della popolazione è spesso disorientata dalle informazioni rese dai mass media, come talvolta anche quelle rese dalla P.A., e almeno un terzo dei cittadini non è fornito dei sistemi informatici come internet, peraltro parte dei quali non avrebbe dimestichezza con il relativo uso. Va inoltre detto che molti cittadini non consultano norme e leggi che regolano quanto si ha diritto ottenere e con quali modalità, oltre alle difficoltà interpretative delle stesse. La maggior parte delle persone per contestare disservizi ed ingiustizie non si avvale della corrispondenza epistolare nei confronti della P.A. (verba volant, scripta manent), o rivolgersi agli Urp (Ufficio Relazioni con il Pubblico), mentre preferisce lamentarsi verbalmente o rivolgendosi ai mass media. Queste discrepanze il più delle volte sono originate dalla burocrazia, e la mentalità italiana non ha ancora concepito che è il primo ostacolo da affrontare e che ciò non è impossibile…, peraltro non considerando che vige sempre il concetto che la Legge non ammette ignoranza. Purtroppo, a distanza di decenni dalla instaurazione della Repubblica (sempre meno democratica, o comunque in parte non rispondente ai principi ispiratori), la popolazione non è mai stata erudita sulla corretta differenza tra doveri e diritti, oltre al fatto che l’incremento della consistente immigrazione e della veloce e sempre più imponente globalizzazione, le Istituzioni apicali e periferiche hanno lasciato allo sbando i cittadini in atteggiamento rinunciatario e anche anarchico… Ecco, questo a mio avviso, è ciò che ho constatato in gran parte in questi ultimi anni, soprattutto dalla crisi del 2008, e l’attuale assenza di Governo conferma la instabilità di un sistema e, se si riesce a fare in modo che in parte si possano usufruire determinati servizi e/o prestazioni, lo si deve alla buona volontà ed etica di una parte del personale della P.A… burocrazia permettendo. E, come sosteneva Aristotele, il vero sapere è conoscere le cause.

* (giornalista scientifico e opinionista)

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